di Guido Di Stefano
Tutto iniziò al di là dei mari, in fumosi e tenebrosi palazzi dei poteri: fu elaborata la dottrina del “politically correct”! O forse i precetti base erano stati a più riprese codificati in insospettabili “sodalizi” nella vecchia Europa!
A noi sembra che la dottrina del “politically correct” sia il cavallo di Troia del “pensiero unico” universale al servizio del Nuovo Ordina Mondiale.
L’occidente in genere sembra avvolto nell’impalpabile aura di una dimensione parallela dove il tutto e il niente si confondono in una evanescenza insondabile, dove l’impossibile è possibile, il possibile diventa futuro e il futuro è realtà senza passato e senza presente.
Il pensiero unico è “politically correct” perché sfuma, attenua, livella, appiattisce tutto e tutti. Un nuovo “credo” si impone per scacciare tutte le differenze, le identità, le culture, i confini, la storia: insomma via tutto quello che non possono perdere i “promotori” o di cui di cui sono molto più poveri. E novelli sommi sacerdoti gli aspiranti regnanti diffondono anche con le armi la loro dogmatica verità: tutto e tutti sono giusti e perfetti in quanto sottoposti e rispettosi dei voleri (o dei capricci) di lor signori; tutto e tutti sono reprobi quando osano pensare e agire in proprio e/o in dispregio agli aspiranti sovrani e ai loro cortigiani.
Facciamo un esempio dell’accennato doppiopesismo:
Saddam Hussein è morto per armi di distruzione di massa (antrace) che non aveva;
i suoi “giudici” occidentali posseggono arsenali di armi Atomiche-Batteriologiche-Chimiche e vivono beati: forse il giudizio “politically correct” annovera tutto il potenziale bellico d’occidente tra le armi di DISTRAZIONE di massa?
Fanno presto a urlare “via i confini” quelli che hanno oceaniche barriere come confini, oppure “via identità-culture” quelli che non c’erano quando si costruiva la grande culla del bacino del Mediterraneo. Tanto chi ci rimetterebbe? I popoli continentali afro-asia-europei!
Fanno presto a rivisitare e manipolare la storia, fino alle radici! Tanto sono le nostre radici che vengono eliminate!
E che si dovrebbe dire se dal mondo del “yes” arrivassero uno o più inviti a chiudere le scuole de continente (o del sub-continente) europeo per quindici anni? Ma dove sono state inventate le scuole? Basta chiedere alla STORIA!
Già la STORIA questa sconosciuta! Maestra inascoltata di vita e insieme indifesa pianta dalle poderose radici da sempre attaccate da ogni assatanato dall’esaltazione del potere universale! Per molti versi dal periodo medievale ai nostri tempi (per quanto non secretato e/o annichilito) pervengono tragici ricordi conseguenti a parossistici “deliri di onnipotenza”.
L’ostilità superiore (regimi e tanto mainstream “fideista”) contro la vera storia ci preoccupa; ma l’indifferenza diffusa inferiore (larghi strati di popolazione) ci scoraggia. Quelle volte in cui abbiamo provato a diffondere qualche granello storico riscoperto abbiamo cozzato contro la totale apatia o peggio contro un deciso rifiuto di ogni parola che non fosse già stata scritta da detentori e /o esponenti del potere di ieri, di oggi, di domani.
Quali speranze ci restano? Un miracolo da oriente?
In particolare cosa avremo noi Siciliani, che ciclicamente siamo stati variamente predati dell’identità, della cultura, della storia, delle radici, dei nostri tesori? Cosa riserva il futuro a noi che abbiamo subito la chiusura quindicennale delle scuole all’atto della passata annessione? Forse siamo destinati, con altri, per essere fagocitati (più che annessi) da qualche “mostro leviatano”?